Pettorina o Collare? La Demagogia Cinofila sullo Strumento

Pettorina o collare? La demagogia cinofila sullo strumento 

Nel dibattito moderno sulla cinofilia, pochi argomenti suscitano opinioni divergenti quanto la scelta tra pettorina e collare. Questi due strumenti, pur essendo concepiti per agevolare la gestione del cane, sono diventati simboli ideologici. Non si discute più, in maniera oggettiva, di funzionalità, contesti d’uso e implicazioni etologiche, ma si assiste a una contrapposizione tra fazioni: da un lato chi esalta la pettorina demonizzando il collare, dall’altro chi sostiene l’esatto opposto.

Questa polarizzazione ha oscurato il vero obiettivo formativo: spiegare i pregi e i limiti di entrambi, analizzandone l’efficacia in relazione al contesto, al carattere del cane e all’esperienza del proprietario. La discussione si è trasformata in un terreno fertile per slogan e prese di posizione nette, dove l’approfondimento tecnico-scientifico cede il passo a semplificazioni populiste.

Faccio una premessa doverosa: conoscere il corretto utilizzo dei due strumenti, compresi i punti di forza e di debolezza è fondamentale, ma ancora più importante è insegnare al cane a non tirare al guinzaglio e per realizzare tale obiettivo la relazione tra il cane e il suo proprietario gioca un ruolo cruciale. Una relazione tra cane e proprietario basata su fiducia, rispetto e comunicazione chiara, facilita enormemente l’apprendimento e il comportamento del cane durante le passeggiate. Più il cane ha fiducia nel suo umano, più è disposto a rispondere ai segnali, a collaborare e a seguire le regole, il proprietario è chiamato a guidare il suo cane con calma e coerenza, realizzando passeggiate piacevoli anche a misura del proprio cane: la connessione emotiva e la fiducia devono essere reciproci.

Va da sé che se un cane non tira al guinzaglio qualsiasi strumento andrete ad utilizzare non si creeranno problemi e nemmeno fastidio per il vostro animale: quindi troppe volte l’attenzione viene spostata sul mezzo (pettorina o collare) perdendo di vista il reale obiettivo da perseguire: fare in modo che il nostro cane impari a non tirare. Successivamente ritengo che la scelta dello strumento di conduzione debba essere fatta su basi conoscitive approfondite e non su rigide scelte ideologiche.

La complessità della relazione uomo-cane, che richiederebbe osservazione, competenza e capacità di adattamento, viene troppo spesso ridotta a slogan e ricette preconfezionate mentre la discussione su pettorina o collare dovrebbe tornare a essere un confronto tecnico e scientifico, slegato da ideologie e tendenze social. Ogni cane è un individuo e ogni relazione è unica: ciò che conta è scegliere e utilizzare gli strumenti con consapevolezza, nel rispetto del benessere fisico ed emotivo dell’animale. In un’epoca in cui la divulgazione cinofila rischia di diventare più forma che sostanza, riportare il focus sulla metodologia e sull’etica è un atto necessario per una cultura cinofila autentica e responsabile.

Strumenti diversi possono essere efficaci o inadeguati a seconda della qualità della comunicazione instaurata. In questo senso, il binomio fiducia-rispetto reciproco torna centrale: non è lo strumento in sé a determinare la bontà dell’interazione, ma l’approccio con cui viene utilizzato.

L’uso corretto degli strumenti: oltre l’ideologia 

La pettorina e il collare non sono buoni o cattivi in senso assoluto: sono strumenti e come tali devono essere valutati sulla base della metodologia d’uso e dell’etica che guida chi li utilizza.

Una pettorina mal utilizzata può creare disagio fisico e condizionamenti comportamentali tanto quanto un collare gestito in modo scorretto può causare danni alla trachea o al collo.

Approfondimento sulla biomeccanica del movimento e sulla comunicazione uomo-cane nella scelta di pettorina e collare

La scelta tra pettorina e collare non può essere ridotta a una semplice preferenza ideologica: essa ha implicazioni dirette sulla biomeccanica del movimento del cane e sulla qualità della comunicazione con il proprietario. Analizzare questi aspetti permette di comprendere come ogni strumento influenzi non solo la gestione del cane, ma anche il suo benessere fisico ed emotivo.

La biomeccanica studia il movimento del corpo in relazione alle forze che agiscono su di esso: il movimento è regolato da un delicato equilibrio tra muscoli, articolazioni e scheletro.  Strumenti come pettorine e collari, se non correttamente scelti e utilizzati, possono alterare questo equilibrio con conseguenze a lungo termine.

Comunicazione Uomo-Cane: Un Linguaggio Attraverso lo Strumento 

La comunicazione uomo-cane è fatta di segnali sottili, corporei e vocali. Il guinzaglio, collegato al collare o alla pettorina, diventa un’estensione del braccio umano e un mezzo di comunicazione bidirezionale. La qualità di questa comunicazione dipende dalla gestione adeguata dello strumento scelto: i cani rispondono non solo alla direzione del guinzaglio, ma anche alla sua tensione come indicatore dello stato emotivo del proprietario. Una tensione costante può generare ansia anticipatoria, mentre un guinzaglio gestito in modo fluido favorisce un’interazione rilassata e collaborativa (5).

Aspetti evolutivi e cognitivi della comunicazione uomo-cane 

La relazione uomo-cane è frutto di un’evoluzione co-adattativa lunga millenni. Studi di etologia dimostrano che i cani sono particolarmente sensibili ai segnali umani, visivi e tattili. La scelta dello strumento e il modo in cui viene utilizzato possono influenzare profondamente questa capacità comunicativa.

L’obiettivo principale, che rimane sempre quello di insegnare al cane a non tirare al guinzaglio, va perseguito non solo attraverso tecniche addestrative ma anche tenendo in considerazione aspetti del rapporto sociale di due specie che hanno nei secoli fondato la loro collaborazione, in particolare focalizzandosi su questi aspetti:

  • Sintonizzazione emotiva (6): i cani leggono la tensione del guinzaglio come indicatore dello stato emotivo del proprietario. Uno strumento che permette una comunicazione fluida e priva di tensioni favorisce la fiducia reciproca.
  • Mutualismo nella relazione (7): la relazione cane-proprietario si basa su un sistema di scambi cooperativi. La comunicazione attraverso il guinzaglio, se gestita correttamente, rafforza il legame, aumentando la collaborazione e la sincronia nei movimenti.
  • Apprendimento sociale (8): I cani apprendono osservando e imitando. Un proprietario che adotta movimenti armoniosi e segnali coerenti, attraverso lo strumento adeguato, facilita l’apprendimento e la capacità di adattamento del cane in contesti complessi.

Conclusioni: una scelta consapevole e scientificamente informata per una relazione di qualità 

La scelta tra pettorina e collare va ben oltre la semplice gestione del cane durante le passeggiate ma implica una riflessione approfondita sugli effetti biomeccanici che ogni strumento ha sul movimento del cane e sul tipo di comunicazione che si intende instaurare:

  • la pettorina offre vantaggi in termini di riduzione della pressione sul collo, ma può interferire con la biomeccanica del movimento se non correttamente scelta e utilizzata, può sfilarsi con facilità se il cane arretra in situazioni di timore, può produrre dinamiche di maggiore traino nel cane influenzando memorie muscolari;
  • il collare, se gestito con competenza, permette una comunicazione più immediata e precisa, ma richiede una maggiore responsabilità nell’uso

Gli studi citati dimostrano che non esiste una soluzione universalmente valida: ogni cane è un individuo unico e ogni relazione è costruita su dinamiche proprie. Pertanto, la scelta dello strumento più adatto deve essere personalizzata, basata sulla conoscenza scientifica e su un approccio etico alla gestione e all’educazione del cane.

In definitiva, non esiste una scelta giusta o sbagliata in senso assoluto, esiste, piuttosto, la necessità di un approccio individualizzato, che tenga conto delle caratteristiche del cane, degli obiettivi educativi, delle esigenze del proprietario e del contesto di utilizzo.

La vera differenza, come sempre, la fa la qualità della relazione e della comunicazione costruita giorno dopo giorno.

 

Bibliografia

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